In atto presso il Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione la programmata riunione per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto Sicurezza e Difesa.
Presenti per la parte Pubblica i Ministri Madia, Minniti, Pinotti e Padoan ; il Sottosegretario Rughetti ed altri rappresentanti di Governo.
Presenti altresi’ il Capo della Polizia , il Comandante dell’Arma dei Carabinieri e numerosi altri rappresentanti pubblici. Per la CONSAP il Presidente Nazionale Mauro Pantano.
Dopo i saluti dei Ministri presenti, il Sottosegretario alla Funzione Pubblica Rughetti comunica che oltre alle somme stanziate che comportano un aumento lordo mensile di 85 euro medi lordi pro capite, sono previsti nella legge di Stabilita, in fase conclusiva di approvazione altri 150 milioni di euro che comportano l’incremento medio lordo pro capite a 102 euro.
Il Presidente CONSAP, ha definito “passerella” la convocazione fatta nel trascorso mese di luglio, fatta peraltro male, senza soldi e senza Ministri.
Ora, ha sostenuto nell’intervento, Ministri tanti ma soldi pochi!!!
La perdita secca maturata in un decennio di deriva , non è minimamente compensata dagli stanziamenti appostati dal Governo. La tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica che in ogni Stato democratico rappresenta una priorità a garanzia del l’armonica convivenza sociale è divenuta una “missione” sempre più difficile, sopratutto a causa della crisi che ha attanagliato per molti anni il nostro Paese. Un’immigrazione imponente, il terrorismo internazionale al cospetto di una polizia vecchia e malandata.
Fare un buon contratto significa trovare l’incontro di due volontà attraverso adeguati stanziamenti, altrimenti si parla di atto unilaterale. Il CCNL può rappresentare un momento rigenerativo per una categoria sempre più afflitta da oneri e sempre meno destinataria di onori.
Un buon contratto ridetermina , motiva e rigenera. Un cattivo contratto demotiva ed abbatte efficienza e produttività.
Noi ci siamo sempre stati e sempre ci saremo, anche a costi elevatissimi in termini di sacrificio, ma chiediamo i giusti riconoscimenti economici. Ora che abbiamo i numeri possiamo certamente sostenere che c’è un difettivo importante rispetto alla perdita secca patita nel potere di acquisto dalle retribuzioni. Non sarà certo un contratto condiviso ma un contratto subito. Più che di un contratto possiamo parlare di atto unilaterale. Poco possiamo fare per aumentare decorosamente retribuzioni e rivalutare adeguatamente straordinari, buono pasto ed indennità.
La nostra collera è elevata.
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