Il 2 marzo di 14 anni fa, a bordo del treno regionale Roma-Firenze, per mano terrorista, fu ucciso il Sovrintendente della Polizia di Stato, Emanuele Petri. L’uomo, 48 anni sposato e padre di un figlio, quel giorno, non doveva essere neanche in servizio ma aveva chiesto un cambio turno per poter assistere un amico, ex appartenente ai Carabinieri, gravemente malato e bisognoso di eseguire una visita. Fu ucciso a colpi d’arma da fuoco da due terroristi, Mario Galesi e Nadia Desdemoma Lioce, entrambi già ricercati per l’omicidio D’Antona.
Il segretario nazionale del CONSAP, Stefano Spagnoli, chiede al sindaco di Orvieto, città che nel 2002, nei giardini dell’Albornoz, pose una stele per ricordare Carlo Giuliani, il ragazzo che nel 2001 a Genova, in un contesto di violente proteste contro il G8 e conseguenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, perse la vita a causa dell’esito di una sua azione, “indiscutibilmente meno nobile e di valore di quella del Sovrintendente Emanuele Petri – afferma Spagnoli – (si scagliò con un estintore contro una camionetta dei Carabinieri)”, di valutare la possibilità di onorare la memoria del Sovrintendente Petri caduto in ben altre circostanze.
Il testo della lettera che il Segretario Nazionale, Stefano Spagnoli, ha indirizzato al sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani.
Preg.mo Sindaco,
nella mia veste di segretario nazionale della Consap, desidero sottoporre alla Sua attenzione quella che oggi è per la Polizia di Stato e per l’Italia una triste ricorrenza. Il 02 marzo di 14 anni fa infatti, a bordo del treno regionale Roma-Firenze, per mano terrorista, fu ucciso il Sovrintendente della Polizia di Stato, Emanuele Petri. Quel collega, quel giorno, non doveva essere neanche in servizio ma aveva chiesto un cambio turno per poter assistere un amico, ex appartenente ai Carabinieri, gravemente malato e bisognoso di eseguire una visita. Un gesto nobile che gli costò la vita!
Infatti, durante un controllo di routine, eseguito appunto sul quel convoglio ferroviario unitamente ad altri due colleghi, venne ucciso a colpi d’arma da fuoco da due terroristi, Mario Galesi e Nadia Desdemoma Lioce, entrambi già ricercati per l’omicidio D’Antona, che viaggiavano sullo stesso treno con documenti falsi e che, vistisi scoperti, non esitarono ad ammazzare.
Quel giorno, a soli 48 anni, lasciando nello sconcerto e nel dolore più grande la moglie ed un figlio, perdeva la vita un uomo che, come sempre aveva fatto, stava svolgendo il proprio lavoro per garantire la sicurezza degli altri. Alla luce della ricorrenza di questo tragico evento, Sindaco, sono a chiederLe di valutare la possibilità di attivare le procedure necessarie per dedicargli una via, una targa commemorativa o finanche una stele, perché nel tempo, ciò concorra ad evitare che sia dimenticato l’eroico sacrificio di un poliziotto che, peraltro, come ho ricordato in apertura, morì in un giorno in cui non doveva essere neanche in servizio.
Lei, Signor Sindaco, probabilmente si chiederà perchè lo chiedo proprio a Lei e perchè ad Orvieto…
E’ presto detto! Il comune di Orvieto, in passato, si è già dimostrato sensibile nel ricordare la memoria di chi è caduto per i propri ideali, anche laddove talvolta discutibili almeno nelle modalità di rappresentazione.
Infatti, nel 2002, nei giardini dell’Albornoz, fu posata una stele per ricordare Carlo Giuliani, il ragazzo che nel 2001 a Genova, in un contesto di violente proteste contro il G8 e conseguenti scontri tra manifestanti e FF.OO., perse la vita all’esito di una sua azione, indiscutibilmente meno nobile e di valore di quella del Sovrintendente Emanuele Petri (si scagliò con un estintore contro una camionetta dei Carabinieri); se quindi c’è già stata sensibilità per chi, in fondo, non si distinse per un gesto che può essere definito propriamente eroico, sono certo che non potrà non esserci altrettanta sensibilità per la memoria di Emanuele, già insignito della medaglia d’oro al valor civile, che tra l’altro, oltre ad essere stato un eroe, era anche cittadino Umbro in quanto abitava a Tuoro sul Trasimeno.
Voglio sottolineare che non è mio intendimento, nella maniera più assoluta, tanto più a distanza di anni, alimentare sterili ed inutili polemiche di qualsiasi natura, ma ritengo che promuovere un’iniziativa come quella che Le ho sottoposto, possa contribuire a consolidare e diffondere, soprattutto nelle nuove generazioni, quelli che sono i valori veri e fondamentali di una cultura civile che non può prescindere dal rispetto delle Istituzioni e sono altresì convinto che, un Suo positivo sostegno, concorrerebbe ad accrescere la pregevolezza della città che amministra costituendo, nel contempo, poiché Orvieto è un territorio a forte vocazione turistica e particolare meta per gite di giovani studenti, uno straordinario mezzo di comunicazione di legalità di elevatissima efficacia..
Lo Stato e tutte le Sue Istituzioni democratiche dovrebbero sempre impegnarsi, in maniera chiara ed evidente, per onorare chi spende o sacrifica la propria vita al fine di difendere la sicurezza degli altri, ed io Le propongo proprio questo.
Certo di trovare la Sua condivisione e quella della Sua Amministrazione, rivolgendo un riverente e commosso pensiero al collega Emanuele Petri, in attesa di un Suo gentile riscontro, Le porgo Distinti Saluti.