Pagherete caro, pagherete tutto: si è concluso tra i cori di protesta di pubblico e imputati il processo per gli scontri violentissimi dell’ottobre del 2011 che misero a ferro e fuoco la Capitale. E forse non è un caso se dopo qualche ora, in Campidoglio, dove manifestavano i Movimenti per la casa, è andato in scena un «assaggio» di guerriglia urbana. Un avvertimento per quella che si preannuncia un’estate rovente.
I giudici della nona sezione penale del tribunale hanno appena finito di leggere il lungo dispositivo che ha sancito 15 condanne (a sessantuno anni totali di carcere) e due assoluzioni ai danni degli «indignados» in salsa italica.
Ennesima condanna ai manifestanti quella sancita dal Tribunale ma condanna che è comunque molto distante dalle richieste presentate in sede di requisitoria dal pm Franco Minisci che aveva sollecitato oltre un secolo di reclusione per tutti i 18 imputati resisi responsabili di devastazione in quanto oltre agli scontri con le forze di polizia, i teppisti incappucciati incendiarono decine di auto e presero d’assalto sedi istituzionali e filiali di banche e negozi.
Una devastazione che ha portato i giudici a sancire risarcimenti pesanti nei confronti di Roma Capitale, Ama e dei ministeri della Difesa, dell’Interno e dell’Economia, con provvisionali ai danni degli imputati comprese tra i 20 e gli 80 mila euro.Giustizia è fatta – ha dichiarato Giorgio Innocenzi, Segretario Generale Nazionale della Consap – peccato solo che i giudici, per non dispiacere i soliti teppisti, abbiano disposto l’invio degli atti alla Procura per verificare presunti episodi che vedrebbero coinvolte le forze dell’ordine.