Nepotismo, baronati e concorsi truccati sono il passato e il presente nella Pubblica Amministrazione. Un mondo incrostato di clientele, favoritismi e raccomandazioni. La Polizia di Stato non brilla per trasparenza. Basta dare un’occhiata al ruolo dei funzionari per scoprire decine e decine di “figli di”.
Una situazione sconcertante contro la quale la Consap conduce da tempo una vera e propria battaglia. I riflettori sono ancora accesi sugli esiti del concorso interno per vice ispettore e già si profila un nuovo caso con il concorso per 80 posti da commissario. Concorso che non doveva neppure essere bandito stante la recente pronuncia del TAR Lazio sulla mancata istituzione del ruolo speciale e l’imminente definizione del riordino delle carriere. Qualcuno, nonostante le rassicurazioni, ha voluto per forza bandirlo.
Nel frattempo i candidati non idonei alla prova scritta del concorso per 1.400 posti da vice ispettore sono ancora in attesa del promesso riesame dei loro elaborati che risultano non essere inferiori di altri che hanno superato l’esame. Per quest’ultimi la Consap chiede con forza che l’Amministrazione riveda al più presto i temi giudicati non idonei e rivaluti quelli che effettivamente risultano meritevoli favorendone l’accesso alle prove orali.
La Polizia di Stato deve rispettare i principi costituzionali del buon andamento e dell’imparzialità ma soprattutto garantire la trasparenza nelle procedure concorsuali a partire dalla designazione delle commissioni d’esame. Forse è giunto il momento di interessare l’Autorità Nazionale Anticorruzione affinchè gli eventuali illeciti possano essere verificati senza esporre i segnalanti a ritorsioni. Questo è l’indirizzo di posta elettronica “protetto” [email protected]