Signor Capo della Polizia,
quello che sta accadendo da due anni a questa parte alla Questura di Catania non ha precedenti nella Polizia di Stato. Assistiamo quotidianamente allo stravolgimento delle regole più elementari, quasi in senso di sfida per dimostrare che tutto è concesso ad una sola persona. Ormai da tempo in Questura non c’è più un clima di serenità ma di terrore, di incertezza sul servizio. Ai colleghi viene spesso negato il diritto ai permessi, ai riposi ed il personale è esasperato. Tale grave situazione non appare imputabile ai singoli dirigenti degli uffici, ma bensì direttamente alla gestione del capo supremo.
Sembrerebbe, infatti, che i vari dirigenti non pensino più a dirigere al meglio i propri uffici ma soltanto a gestire il personale in modo da non entrare in contrasto con il “numero uno” e subire le relative conseguenze.
Le disposizioni scritte sono puntualmente disattese: sembrerebbe quasi che l’indirizzo dato sia quello di comportarsi diversamente da quanto previsto.
La gestione delle risorse umane e strumentali è disastrosa. In Questura regna la prevaricazione. Solo agli amici degli amici tutto è concesso.
Fioccano le intimidazioni. Tutte o quasi le OO.SS lo hanno denunciato. L’ultima in ordine di tempo è stata perpetrata a carico di una funzionaria che è stata aggredita verbalmente, sulla pubblica via, innanzi ad altro funzionario subalterno, nonché ad altro personale della Polizia di Stato, ovviamente sempre subalterno, ma addirittura innanzi ai familiari dei pregiudicati posti in arresto…..
La Consap ritiene che nessuno sia autorizzato a dire “…qui comando io e quando parlo Lei deve stare zitta e ascoltare…..Lei è andata dal sindacato….l’unico sindacato con cui può parlare e che io riconosco è quello del mio amico e funzionario………….”.
La Consap ritiene che nessuno possa gridare a quattro venti di non aver paura dei sindacati e che presto sarà promosso ad incarico superiore perché molto “vicino” alla S.V e al Ministro dell’Interno.
Dove sono andati a finire i principi sanciti normativamente, ai quali bisogna attenersi, vale a dire regole di deontologia e di salvaguardia dell’onore e dell’immagine dell’Istituzione della Polizia di Stato, che valgono dalla qualifica di Agente a quella di Dirigente Superiore, senza distinzione di sesso?
A Lei, Signor Capo della Polizia, chiediamo di intervenire con fermezza per porre fine a tale ingiustificabile ed inaccettabile situazione.
La stragrande maggioranza dei poliziotti catanesi attende di sapere se possa ancora adempiere ai propri compiti ed operare serenamente e con grande professionalità, perché in questa Amministrazione ancora ci crede e la divisa della Polizia di Stato se la sente cucita addosso.
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