In ordine alla richiesta di codesto Ufficio, avente pari oggetto, del 28.10.2016, con la quale si chiedono eventuali osservazioni in merito la prospettata riorganizzazione di cui all’oggetto, questa O.S., nel ricordare che sul tema ha specificatamente chiesto, in data 31.10.u.s., l’esame congiunto, rappresenta le seguenti contrarietà e perplessità.
In primis, si ritiene che la premessa su cui si fonda la proposta di riorganizzazione è palesemente errata e fuorviante dell’intera filosofia a cui attende la bozza di decreto in parola. Infatti, nella stessa si legge che “la struttura sita in Ladispoli, in ragione delle accresciute esigenze addestrative del settore a cavallo, con particolare riferimento al controllo delle aree boschive e dei parchi urbani ed al ritorno all’impiego di contingenti a cavallo nei servizi di ordine pubblico, risulta commisurata alle necessità del solo Centro di Coordinamento dei servizi a cavallo “.
Tale affermazione ci appare del tutto estranea alla realtà dei fatti e, per tale ragione, sembra più corrispondere a una logica di “alibi” che giustifichi quella che riteniamo una vera e propria assurdità, invece di una reale ed oggettiva valutazione logistica e strutturale del Centro di Coordinamento dei servizi a cavallo e cinofili della Polizia di Stato, per il cui ammodernamento e adeguamento anche alle esigenze del settore cinofili, complessivamente si sono appena spesi circa 13 milioni di euro.
Invero, si ricorda che la struttura di Ladispoli, che consta di ben 14 ettari circa (espansione ben al di sopra di qualsivoglia altra struttura della Polizia di Stato, anche in rapporto cavallo/ettaro), dispone addirittura di due maneggi (uno coperto e uno all’aperto) e un’ampia area verde-campo cross in cui vengono esercitate le attività addestrativa dei cavalieri. A questo si aggiunga che i cavalli per i quali si procede all’addestramento e/o movimentazione non sono mai più di 10/15. A mero titolo d’esempio, si consideri che il Reparto a Cavallo di Tor di Quinto dei Carabinieri (ove si prepara il famoso annuale Carosello dei Carabinieri), che dispone di circa 280 cavalli per cinque reparti, insiste su una superfice addestrativa di appena 15.000 mq, quindi un ettaro e mezzo.
Gli spazi dedicati all’addestramento dei cavalli e all’addestramento dei cani, poi, sono ben distinti e, numeri alla mano, risultano molto più che idonei alle esigenze di entrambe le specialità.
A tal riguardo, e al fine di ricordarne la portata ben limitata, si rammentano brevemente i corsi effettuati per il settore cavalieri nel corso degli anni:
Anno 2013 – 18° Corso Cavalieri, per un totale di 15 cavalieri di cui 13 appartenenti
alla Polizia di Stato e 2 alla Polizia penitenziaria, della durata di 5 mesi;
Anno 2014 – Non ci risulta nessun corso effettuato;
Anno 2015 – 19° Corso Cavalieri, per componenti della Fanfara per un totale di 7
Cavalieri, della durata di 8 settimane;
Anno 2016 – 20° Corso Cavalieri, per un totale di 18 cavalieri della durata di 8
settimane, diviso in due cicli (il primo da 10 unità ed il secondo da 8 unità);
– Tre cicli di formazione O.P. per Cavaliere: primo e secondo ciclo, della durata di 1 mese e mezzo, per 10 unità cadauno; terzo ciclo, della durata di 15gg, per 8 unità.
Tutti i cennati cicli sono stati effettuati per il solo personale in forza a Roma, quindi senza alcuna necessità di alloggio.
Con tali premesse, riteniamo particolarmente paradossale e scandalosa la mancata integrale attuazione del Decreto nr. 559/A/1/757.M.16.3.11.36, del 25 gennaio 2008, a firma del Capo della Polizia, che, al termine dell’iter burocrativo-amministrativo, ha istituito il Centro di Coordinamento dei servizi a Cavallo e Cinofili della Polizia di Stato con sede Ladispoli (RM).
L’attuale Decreto del Capo della Polizia, a cui inspiegabilmente non è mai stata data attuazione, infatti, disciplina l’assetto organizzativo dei servizi ippomontati (precedentemente di competenza del Centro di Coordinamento dei Servizi a Cavallo di Ladispoli) e dei servizi cinofili (precedentemente di competenza del Centro di Coordinamento dei Servizi Cinofili di Nettuno).
L’art. 3 del richiamato Decreto sanciva l’unificazione dei suddetti Centri, con sede unica a Ladispoli (RM), presso la località Marina di Palo Laziale – via Aurelia km 37,875, che avrebbero assunto la denominazione di “Centro di Coordinamento dei servizi a Cavallo e Cinofili della Polizia di Stato con sede Ladispoli”. Venivano, poi, stabiliti i vari compiti al fine di una ulteriore razionalizzazione dell’assetto organizzativo delle risorse a disposizione della Polizia di Stato per lo svolgimento dei servizi ippomontati e cinofili.
SETTORE CINOFILI
Con tutti i lavori effettuati per rendere operativa la struttura in questione – e per i quali pare siano stati utilizzati circa 13 milioni di euro – oltre alla creazione di tutti gli uffici del servizio a cavallo e per il settore cinofili, ritenendole ben sufficienti alle necessità dell’Amministrazione, venivano espressamente realizzate le seguenti opere:
canile con 40 box, ognuno strutturato in zona giorno e zona notte e allestito con pedana da riposo metallo e plastica indistruttibile, pedana riscaldata, luce riscaldante, beverino con acqua corrente, gattaiola di sicurezza, doppia porta di accesso;
5 campi di addestramento/sgambamento di cui uno allestito con campo regolamentare da agility dog;
3 coppie di box (6 Box a norma) con zona giorno e zona notte completamente coibentati da utilizzare come stazionamento di riposo durante l’addestramento o quarantena in casi di cagne in estro o cani con problematiche cliniche;
riservetta per esplosivi a norma con sistema di videosorveglianza (la più grande presente nelle strutture cinofile della Polizia di Stato);
3 palestre (una per la specialità P.G.O.P.; una per la specialità Antidroga; una per la specialità A.T.F.) munite di sistema di condizionamento termico e allestite per l’addestramento cani di specialità;
1 magazzino per contenere materiale d’addestramento cani e vestiario di specialità;
1 magazzino adiacente al canile per contenere cibo per cani climatizzato e munito di acqua calda e fredda per il lavaggio ciotole cani;
sala per contenere le sostanze stupefacenti per l’addestramento dei cani antidroga;
clinica veterinaria fornita di strumentazioni di diagnosi e di interventi chirurgici di ultima generazione, sala operatoria cani, sala post operatoria con gabbie cani e sala degenza cani;
sala lavaggio cani;
sala per potenziamento cani, munita di specifico tapirulan per cani;
32 posti letto (in costruzione pronti entro dicembre 2016);
mensa (in costruzione pronta entro dicembre 2016).
Ricordiamo bene che tra i motivi che portarono l’Amministrazione a unificare i Centri con il suddetto decreto, oltre alla maggior vicinanza a Roma del Centro di Ladispoli, rispetto a quella di Nettuno (Nettuno distanza da Roma km 66,5 – Ladispoli distanza da Roma km 56), vi erano i migliori collegamenti anche con il treno (Nettuno richiede circa 75 minuti, contro i circa 45 che ne richiede Ladispoli), gli spazi più ampi e aperti e, di non minore importanza, era lo stato obsoleto in cui si presentava la vecchia struttura di Nettuno, con un canile che necessitava di importanti ammodernamenti, a fronte dei lavori che avrebbero ammodernato Ladispoli.
Tutto ciò premesso, ad avvenuta conclusione dei citati lavori per la realizzazione di questo grande Centro sito in Ladispoli e agli importanti investimenti economici effettuati, incomprensibilmente, non è stata data alcuna attuazione al suddetto decreto.
Riteniamo tutto ciò estremamente preoccupante, sia per i piani dell’Amministrazione, sia per gli importanti sforzi sostenuti per portare a termine tali obiettivi, evidentemente ritenuti strategici e funzionali, soprattutto perché, ad oggi, non si riesce a capire quali siano i reali motivi di un ostruzionismo che, al momento, ha portato al blocco di tale attuazione e addirittura all’emanazione della bozza in discussione.
Dal momento che prima della trasmissione della cennata bozza di cui alle presenti osservazioni, sembrava che la motivazione di tale inerzia amministrativa fossero completamente diverse e riconducibili alle esigenze del settore cinofili, per cui il Centro di Coordinamento di Ladispoli non sarebbe stato sufficiente, per maggiore completezza, al fine di comprenderne la portata e sconfessare anche tale fantasiosa ipotesi, si riportano anche i corsi dei cinofili effettati a Nettuno.
Anno 2013 –
Settembre 2013 Corso Antidroga per un totale di 10 unità cinofili;
Settembre 2013 Corso Ric. e Soccorso per un totale di 8 unità cinofili;
Anno 2014 –
Settembre 2014 Corso Antiesplosivi per un totale di 10 unità cinofili;
Anno 2015 –
Settembre 2015 Corso Antiesplosivi per un totale di 5 unità cinofili;
Corso per la Marina Militare per un totale di 10 unità cinofili;
Anno 2016 – Corso Antidroga + OP e PG per complessivi 6 unità cinofili;
Erano stati, poi, programmati i sottoelencati corsi, tutti RINVIATI:
Settembre 2016 Corso PG-OP per 4 unità cinofili;
Settembre 2016 Corso Antidroga per 4 unità cinofili;
Settembre 2016 Corso Antiesplosivi per un totale di 9 unità cinofili.
Per estrema correttezza, si specifica che a queste pochissime unità cinofile formate nel corso degli anni, oltre alla decina di cani assegnati in pianta stabile al centro, vanno aggiunte le riqualificazioni, anch’esse di poche decine di unità all’anno. Tale riqualificazioni, comunque, non coincidono con il periodo dei corsi.
Premesso quanto sopra, quindi, non comprendiamo neanche le ulteriori premesse: “VISTA LA PROPOSTA DI COMPETENTI UFFICI DIPARTIMENTALI”; “RAVVISATA LA NECESSITA’ DI RAZIONALIZZARE LA DISCIPLINA IN MATERIA DI SERVIZI A CAVALLO E CINOFILI DELLA POLIZIA DI STATO”.
Infatti, la bozza del decreto, a nostro parere, non solo non sfrutta al meglio le risorse strutturali e umane per il conseguimento degli obiettivi didattici e di gestione veterinaria degli animali, dotato di una clinica veterinaria con moderne apparecchiature utilizzabili sia per cani che per cavalli della Polizia di Stato e che il personale preposto è in grado di garantire la necessaria assistenza sanitaria per i quadrupedi presenti presso il Centro di coordinamento ed inoltre assicura il controllo sanitario di tutte le squadre a cavallo presenti su tutto il territorio nazionale.
ma, Tornando alla separazione dei due settori in premessa, pare palesemente in contrasto coi dettami del Decreto legislativo del 19.08.2016 n. 177, concernenti “Disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo forestale dello Stato, ai sensi dell’articolo 8, comma 1, lettera a), della legge 7 agosto 2015 n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, laddove, al fine di favorire la gestione associata dei servizi strumentali e il perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, anche attraverso la razionalizzazione delle spese per l’acquisto di beni e servizi, si prevede una centralizzazione dei beni e servizi della Polizia di Stato per le “procedure per l’acquisizione e l’addestramento di animali per reparti ippomontati e cinofili e acquisto dei relativi generi alimentari” ( art. 5 comma 2 punto d).
Volendo, comunque, fornire ogni ulteriore utile apporto, per quanto riguarda il comparto cinofili si rappresenta come nel Centro di Coordinamento di Ladispoli siano presenti ben 4 campi da addestramento completamente recintati. Il canile stesso gode di un cuscinetto di sicurezza.
Inoltre, gran parte della fase addestrativa dei cinofili viene svolta in siti esterni alla caserma.
Infine, come testimoniato anche da filmati, sono state effettuate in passato diverse esibizioni all’interno della struttura con la cooperazione di cani e cavalli a sottolineare la pacifica convivenza degli stessi.
In riferimento all’art. 3, comma 5 della cennata Bozza con cui si istituisce: “La squadra cinofila a carattere speciale, che provvede anche alla gestione dei cani di polizia non più idonei al servizio, il cui impiego dipende dal Servizio Reparti Speciali”, si rammenta che il numero dei cani di polizia non più idonei al servizio, che rimangono in carico presso i canili dell’amministrazione, sono circa il 10%, in quanto il restante 90% trova dimora presso i propri conduttori o tramite adozioni da parte di privati e, laddove possibile, rimangono presso le squadre di appartenenza, continuando ad essere governati dai precedenti conduttori con i quali si era instaurato un rapporto di affezione.
Nella sede di Ladispoli sono presenti unità cinofile appartenenti a tutte e 4 le specialità (PG-OP, AD, ATF, RS), oltre ad un istruttore della specialità Antidroga, che si sono contraddistinte in diverse operazioni di Polizia e Soccorso, come il terremoto di Amatrice o il contrasto alla spaccio di stupefacente, impiego di unità antiesplosivo per il Giubileo della Misericordia, nonché al controllo del territorio. Relegare tale professionalità a gestione di cani in riforma risulta motivo di demoralizzazione del personale. Inoltre, verrebbe sminuita la funzionalità del Centro di Ladispoli e dei soldi spesi nella struttura (circa 13 mln di Euro) per la costruzione di campi d’addestramento, canile con 40 box, 6 box per quarantena, sala lavaggio cani con annesso tapis roulant, riservetta antiesplosivo, clinica veterinaria (unica in tutta Italia) con strumentazioni all’avanguardia e sala operatoria, sala per diagnosi radiologiche (unica nel settore), alloggi e mensa per ospitare contemporaneamente 32 corsisti.
Se ancorata nella realtà, ancora più singolare ci appare la disposizione di cui all’art. 10, comma 2: “dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico delle finanze pubbliche[…]”.
Il canile di Nettuno, invero, ormai fatiscente e in alcune parti probabilmente non più a norma, se non si prevedesse più l’accorpamento in parola nel moderno Centro di Ladispoli, necessiterebbe assolutamente di un urgente quanto onerosa ristrutturazione, che, ob torto collo, andrebbe palesemente in contrasto con quanto si evince dal precedente articolo.
Diversamente, quindi, da quanto prospettato con la cennata Bozza, si auspica un maggiore coinvolgimento degli istruttori periferici delle diverse specialità cinofile, al fine di poter indire al più presto corsi di formazione e riqualificazione, incrementando il personale, assegnando nuovi posti al CCSC di Ladispoli per futuri corsi di formazione di personale cinofilo e conseguentemente una maggiore dotazione di automezzi per il connesso trasporto dei cani.
SETTORE CAVALIERI
Per quanto riguarda il settore dei cavalieri, a nostro avviso – oltre a non rinvenirsi più nella Bozza in argomento tutta una serie attività prima specificatamente elencate e attribuite a tale Centro – manca anche una disciplina di dettaglio dei seguenti aspetti, che vorremmo precisata contestualmente alla definitiva attuazione del Decreto istitutivo del Centro di Coordinamento dei Servizi a Cavallo e Cinofili della Polizia di Stato di Ladispoli del 2008:
1. assetto organizzativo dei servizi Ippomontati (Unità operativa, presenza dell’autista abilitato alla guida di automezzi idonei al trasporto dei cavalli con mansioni di supporto alla pattuglia ippomontata nei servizi fuori sede e in tutti i servizi di ordine pubblico, contingenti a cavallo, e relativa formazione, richiesta d’impiego mansioni, competenze e propri limiti);
2. studio, individuazione e sperimentazione dei materiali, del vestiario e degli equipaggiamenti speciali per le esigenze del settore;
3. studio, ricerca e sperimentazione dei criteri d’impiego, delle metodologie di addestramento e delle misure atte ad incrementare la complessiva efficienza delle unità ippomontate nel rispetto delle esigenze di tutele del benessere animale;
4. profili professionali del personale specializzato e relative mansioni (Cavaliere, Responsabile di squadra, aiuto istruttore di equitazione, istruttore di equitazione, infermiere quadrupede, aiuto maniscalco, maniscalco), riconoscimento dell’abilitazione di Aiuto Istruttore di equitazione per coloro che hanno frequentato e superato il corso di specializzazione per i servizi di Polizia a cavallo presso la “Scuola aperta per i servizi di polizia a cavallo” di Foresta Burgos (SS);
5. acquisizione, mantenimento, sospensione, revoca e reviviscenza delle qualifiche operativo professionali;
6. requisiti soggettivi e criteri di selezione del personale da avviare alla frequenza dei corsi di qualificazione e specializzazione; procedure di ammissione, percorsi formativi e contenuti didattici, durata e modalità di svolgimento dei corsi di qualificazione, di specializzazione e di aggiornamento di settore;
7. ambiti, criteri, modalità e limiti di impiego delle unità ippomontate; procedure operative standard e protocolli di addestramento;
8. normativa di prevenzione antinfortunistica, assicurativa, tutela dell’igiene e della sicurezza del personale;
9. quantificazione delle esigenze relative al personale dell’Amministrazione civile dell’interno, con indicazione dei relativi profili funzionali;
10. specifiche tecniche infrastrutturali delle squadre;
11. procedure, caratteristiche etologiche e modalità (acquisto, mantenimento, riforma) tutela sanitaria e profilassi dei quadrupedi destinati allo svolgimento dei servizi di polizia;
12. norme, doveri dei cavalieri per poter partecipare a gare o competizioni ippiche del personale in forza e non ai Gruppi Sportivi “Polizia di Stato-Fiamme Oro”;
13. potenziamento delle squadre a cavallo che sono già in estrema carenza di organico e partenza delle varie squadre, citate nel decreto, ma mai istituite, ovvero Bari-Belluno-Viareggio-Bologna;
14. dotazione di materiali ed equipaggiamenti speciali, nonché degli automezzi, ivi compresi quelli destinati al trasporto promiscuo. La gestione dei mezzi, peraltro, del tutto inadeguati e obsoleti, si riduce solo alla loro assegnazione da parte del Centro a cui sono in carico alla Sezione specialità di Roma e alle varie Squadre, con notevole perdita di tempo ed affanno burocratico.
SETTORE FANFARA
Per quanto riguarda il settore della Fanfara a cavallo, auspicando che a breve, sia realizzato un coordinamento di tutte le attività artistiche, con autonomie sia tecnico-logistiche, sia patrimoniali, al fine di non gravare sui vari Reparti da cui dipendono gerarchicamente si propongono le seguenti riflessioni:
“La Fanfara a Cavallo della Polizia di Stato ha sede a Roma.
E’ impiegata per la scorta a cavallo allo Stendardo, per le esigenze di rappresentanza, per cerimonie ed altre manifestazioni su autorizzazione del servizio reparti speciali, di intesa con l’ufficio Relazione Esterne e cerimoniale della segreteria del Dipartimento sella P.S..
L’Indirizzo artistico della Fanfara a cavallo è a cura del Maestro della Banda Musicale di concerto con il capo fanfara.”.
E’ di tutta evidenza che le norme di genere riguardanti i servizi ippomontati si applicano anche al personale della Fanfara a cavallo e che il totale di 25 unità per la Fanfara a cavallo è da intendersi “esecutori musicali”.
Per tutto quanto testé rappresentato e per le dedotte motivazioni, ex adverso a quanto sancito dall’art. 10, comma 1, dell’avversata Bozza di decreto, concernete l’abrogazione dell’attuale Decreto istitutivo del Centro di Coordinamento dei Servizi a Cavallo e Cinofili di Ladispoli, si ritiene, invece, che ci siano tutte le condizioni, economiche e strutturali, per dare finalmente e definitivamente attuazione, senza ulteriore incomprensibile indugio, al Decreto N.559/A/1/757.M.16.3.11.36, datato 25 gennaio 2008 a firma de Il Capo della Polizia.