Preg.mo Ministro,
consci della Sua sensibilità nei confronti delle donne e degli uomini in divisa, la presente per rappresentarLe come da più parti abbiamo appreso che starebbe per ricevere il via libera, da parte del Governo, la configurazione di una nuova tabella di equiparazione del personale militare a quello civile, in cui, di fatto, quello militare (e per il principio di equiordinazione anche quello delle forze di polizia ad ordinamento civile) sarebbe retrocesso con una declassazione senza precedenti. Tutto il personale militare del ruolo dei Marescialli (quindi anche gli apicali) verrebbe declassato ed equiparato alla seconda area funzionale, mentre nella tabella attualmente in vigore i Marescialli di area apicale sono equiparati alla terza fascia. Poiché la seconda area funzionale è quella che nei contratti privati corrisponde ad un operaio specializzato/intermedio, appare evidente che si tratterebbe di una autentica retrocessione che, se confermata, per via dell’assurda applicazione del principio dell’equiordinazione del Comparto Sicurezza-Difesa, trascinerebbe in basso tutte le qualifiche dell’intero comparto corrispondenti ai Marescialli e quindi anche gli Ispettori della Polizia di Stato.
Con questo nefasto progetto, che dovrebbe solo servire a ricollocare gli esuberi della Difesa nel pubblico impiego, assegnandogli ruolo e posizioni ben più modeste di quelle ricoperte finora, si tenta di umiliare ancor più l’elevata dignità professionale di questi ruoli, addirittura peggiorando ulteriormente una già sfavorevole tabella di equiparazione tra personale civile e personale militare che è in vigore dal 2002.
Nell’ambito degli Uffici Centrali e periferici dell’Amministrazione della P.S., poi, i danni, in termini di efficienza ed efficacia dei servizi prestati, sarebbero incalcolabili per effetto delle previsioni normative che regolano la dipendenza funzionale e gerarchica tra appartenenti alla Polizia di Stato e dipendenti civili dell’ Amministrazione civile dell’ Interno.
Se tutto ciò si verificasse veramente, si renderebbero inutili e verrebbero compromessi tutti gli sforzi, anche economici, che si stanno facendo per realizzare un riordino dei ruoli e delle carriere che possa rimarginare, almeno in parte, le cicatrici che il personale tutto del Comparto Sicurezza si porta dietro sin dal 1995.
Sulla base di ciò, al fine di offrirLe un quadro d’insieme più completo, per un Suo autorevole intervento in seno al Consiglio dei Ministri che scongiuri l’emanazione del cennato DPCM, La preghiamo di voler programmare un celere incontro con le scriventi organizzazioni sindacali.