Il rinnovo del nostro contratto di lavoro è finalmente tornato al centro del dibattito politico. Dopo sette lunghi anni di penalizzazione retributiva, la riapertura della contrattazione presuppone, come da noi rivendicato con forza nella manifestazione in piazza Montecitorio, la disponibilità di nuove risorse, che siano sufficienti a garantire un recupero adeguato del potere di acquisto.
Se è vero, infatti, che la sentenza della Corte Costituzionale dello scorso anno sull’illegittimità del blocco della contrattazione escluse la retroattività al fine di evitare una voragine nel bilancio dello Stato, è necessario recuperare nuove risorse da destinare agli aumenti in modo da compensare le perdite patite.
Pertanto, come dichiarato dal Segretario Generale Nazionale Consap, Giorgio Innocenzi l’aumento in busta paga dovrà attestarsi sui 150 euro, comprendendo tutte le perdite patite dai colleghi che si attestano intorno al 7 per cento. Nel triennio la spesa pubblica, per venire incontro alla necessità di aumento delle nostre buste paga, dovrà aumentare di una somma compresa tra i sette e gli undici miliardi di euro.