Editoriale del Presidente Nazionale Patrizio Del Bon
Mentre una parte del dibattito politico del paese si sviluppa sull’opportunità di riaprire il campionato di calcio (solo a la serie A? e le altre categorie?) ed i primi segnali di attenzione arrivano con l’autorizzazione alla ripresa degli allenamenti, gli appartenenti alle forze dell’ordine sono costretti a domandarsi a quale categoria appartengano.
Infatti nell’elaborazione del recente provvedimento di rinnovo delle misure di emergenza, volte a salvaguardare le esigenze del mondo attivo del lavoro con le accresciute criticità rappresentate dalle difficoltà familiari in un momento cosa difficile, il governo non ha avuto modo di cassare la disposizione che consente “per esigenze di servizio” la possibilità del diniego dell’incremento di 12 giorni agli appartenenti al comparto sicurezza dei permessi per l’assistenza ai familiari disabili per i mesi di maggio e giugno 2020.
E’ di tutta evidenza che questa scelta non può addebitarsi ad una semplice distrazione, ma pare dettata da un’atavica disattenzione alle esigenze delle donne e degli uomini in divisa nella loro dimensione privata di cittadini uguali agli altri, ed, in teoria, con gli stessi diritti .
In questo modo si vanifica lo sforzo che da anni fanno gli appartenenti alla nostra comunità di sentirsi una parte integrante della società e non una ridotta cerchia di “sfigati” con regole e consuetudini diverse.
Ci sembra paradossale che, dopo aver dato il nostro consueto e puntuale contributo nel momento dell’emergenza, dover gridare per riaffermare i nostri diritti, in una vicenda che palesa una evidente disparità di trattamento con il mondo dei “normali”.
Sugli effetti e sulle decisioni che modelleranno il futuro della nostra società , questi mesi di emergenza hanno alimentato negli italiani, noi compresi, il sano desiderio di intervento della politica sugli squilibri dell’organizzazione del nostro strato e sulla iniqua distribuzione dei diritti fra le varie anime dello società .
Ci aspettiamo un pronto intervento di modifica che ripristini il principio di uguaglianza, ma se questi sono i segnali di attenzione che ci vengono lanciati, siamo consapevoli che la strada per raggiungere un miglioramento del sistema sarà in salita e forse bisognerà chiudere la stagione della concordia a tutti i costi, rivendicando il ruolo che ci compete.
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