EDITORIALE DEL SEGRETARIO GENERALE NAZIONALE CESARIO BORTONE
In Italia troppi politici sono bravissimi a seguire e poi manipolare il gradimento di cui gode la Polizia di Stato, che nella popolazione e da sempre ai primi posti e che oggi, con il grave lutto che ci ha colpiti continua a crescere. Assistiamo in queste ore a dichiarazioni di vicinanza, di solidarietà di incondizionato sostegno da parte di chi è sempre pronto a cavalcare il sentimento popolare al fine di manipolarlo in chiave di consenso elettorale senza mai produrre alcunché di concreto in termini legislativi e men che meno contrattuali.
In questi frangenti si cavalca principalmente il sentimento di frustrazione che più o meno hanno tutte le categorie sociali contro uno stato e le sue istituzioni. Una frustrazione che in questo particolare momento storico sta superando il punto di ebollizione; chi si lamenta per i troppi divieti, chi per i troppi reati, chi di troppo garantismo anche nelle carceri e chi di troppo giustizialismo.
Abbiamo assistito in questi ultimi due mesi a cruente proteste sfociate in vere e proprie rivolte di detenuti a causa dei presunti e potenziali pericoli di contagio nelle carceri. Alcuni politici e i rappresentanti dei lavoratori dei poliziotti anche noi della Consap, hanno però, dal canto loro evidenziato un’eccessiva libertà di movimento dei detenuti e la facile sopraffazione degli stessi sui poliziotti penitenziari. Abbiamo ancora tutti davanti agli occhi le rivolte nelle carceri italiane, con violenze e sequestri di poliziotti penitenziari ad opera dei detenuti e l’evasione di molti di essi che ha fatto preoccupare anche i fautori del carcere come reinserimento sociale e i tanti benpensanti. Passata la paura, solo grazie al sacrificio ed al senso del dovere dei poliziotti, si e tornati a registrare commenti e dichiarazioni che cavalcano l’indignazione popolare, poche settimane e la questione si è ribaltata, non più evasioni ma scarcerazioni di pericolosi banditi e mafiosi di caratura internazionale, assassini della peggior specie. Allora altra indignazione popolare, altra levata di scudi di politici a cavallo, cioè che hanno indubbie capacità di cavalcare l’indignazione popolare, la rabbia e la protesta per avere un minimo di visibilità mediatica senza far seguire nulla di concreto in termini di modifiche legislative, regolamenti e provvedimenti di alcun genere.
L’altro giorno poi è toccato alla Polizia, c’è stata la tragica morte del collega a Napoli e il ferimento di un altro che a bordo dell’auto di servizio erano venuti in collisione con un’auto di criminali incalliti che inseguivano. Altra indignazione popolare, altra rabbia , altra denuncia come la nostra della Consap che accanto al dolore e la commozione per la perdita della vita del collega e la vicinanza ai familiari ha rappresentato duramente, cercando di non essere accusata di razzismo la problematica dei rom e dei campi rom ove è risaputo che in molti di essi vige una illegalità diffusa a cominciare dai minimi obblighi di pagamento per i servizi di cui godono, evasione dei pagamenti dei semplici tributi, utenze, tasse ecc a finire con una innumerevole lista di reati penali che non intendo elencarli per un sentimento di pudore che mi assale nel menzionarli… Possiamo anche dire che non tutti i nomadi delinquono, ma è indubbio che chi, fra di loro, non delinque direttamente di certo non denuncia e non collabora. Poi ci sono i nostri politici che dopo il classico dolore che sa di circostanza una volta passata l’emozione dei funerali di stato, per qualche giorno chiederanno il massimo rigore con soggiorno eterno nelle nostre carceri e poi con la stessa verve ci diranno che quelle stesse carceri sono troppo piene ed allora di nuovo scarcerazioni per tutti, lo sappiamo perché lo abbiamo già visto, e lo paghiamo sulla nostra pelle, che non faranno nulla di concreto per restringere il margine di tollerabilità a questa illegalità diffusa? Ad maiora fino al prossimo morto?