EDITORIALE del Segretario Generale dopo il successo della campagna social con quasi 5000 like e condivisioni
La burocrazia rischia di uccidere: il caso dei giubbotti antiproiettile negati al personale del pronto intervento e del controllo del territorio (volanti).
La Segreteria Generale della Consap ribadisce la necessità di consentire al più presto la dotazione del giubbotto antiproiettile leggero al personale dei reparti di pronto intervento della Polizia di Stato
Ancora una volta l’Amministrazione della P.S., in risposta ad un quesito specifico da noi inviato, ci ripropone la necessità di applicazione della circolare del 2014 ribadita da una commissione ministeriale di recente orientamento, secondo la quale i giubbotti leggeri sottocamicia, in dotazione alla polizia vanno destinati solo ai settori investigativi.
La Consap ritiene che se errare è umano perseverare è diabolico ed anche rischioso e rilancia la proposta di revoca di quella circolare facendo appello al Capo della Polizia che ben conosce la realtà operativa.
“E’ ben noto a chi ha esperienza di pronto intervento – ribadisce il Segretario Generale Nazionale della Consap Cesario Bortone – che tale protezione deve avere una funzione di anticipare e prevedere l’evento rischio: infatti le due tipologie di intervento di polizia differiscono in maniera netta laddove l’investigatore va a sorprendere. mentre l’operatore delle volanti viene sorpreso dall’evento. In virtù di questa considerazione anche il personale delle volanti deve poter indossare il gap leggero pertanto la considerazione asserita nella circolare secondo la quale avendo già in dotazione il giubbotto tattico non necessiterebbero di ulteriore appesantimento, secondo la Consap non ha alcuna valenza. E’ ben noto infatti che il giubotto rigido tattico in dotazione alle volanti rimane nell’auto e si indossa solo in situazioni di operazione a alto rischio ben note, con modalità ben definite, in previsione di uno scenario operativo pericoloso e con ricadute importanti sulla mobilità dell’operatore, una casistica molto circoscritta nel contesto di un turno di servizio a episodi come ad esempio di sparatoria in atto, ben diverso è invece la casistica che riveste la quasi totalità delle attività di pronto intervento laddove operazioni di routine possano trasformarsi in accoltellamenti o farli imbattere in individui spesso mentalmente alterati o armati ed in questi casi un giubbotto, in grado di resistere a arma di taglio o a calibri fino a 9 mm può fare la differenza fra la vita e la morte. L’episodio tragico ed auspichiamo irripetibile dei due colleghi della Questura di Trieste deve fare scuola: la dinamica ci racconta che i colleghi sono stati attinti da un individuo che non presentava caratteristiche di pericolosità e che solo la circostanza di essere riuscito a sottrarre l’arma di un collega, lo ha poi trasformato in assassino; se quei colpi a distanza ravvicinata fossero stati intercettati da un giubbotto antiproiettile anche leggero ora parleremmo di un tentato omicidio e non piangeremo due colleghi.
L’auspicio che il Capo della Polizia dall’alto della sua sensibilità possa revocare la circolare del 2014 lo vorrei esprimere – prosegue Bortone – anche in considerazione del mercimonio che si sta operando sulle spalle e sulle tasche dei colleghi dei reparti volanti invitati da “piazzisti che lucrano sulla paura” a dotarsi del gap pagandolo di tasca propria, il tutto favorito dal fatto che l’Amministrazione continua ad opporsi alla distribuzione del gap leggero al personale del pronto intervento.
Per queste ragioni la Consap tutta non arretrerà di un passo fino a quando la burocrazia dei palazzi non la smetta di operare in spregio alla realtà oggettiva e cominci a muoversi nell’interesse del personale che da troppo tempo rischia la vita a causa di circolari che trasudano di scarsa conoscenza operativa.